IL SUMMIT
Il 6 Dicembre 2022 si è tenuto a Tirana il vertice Unione Europea-Balcani Occidentali. É stato un Summit atipico in quanto per la prima volta questo incontro tra i vertici europei e i vertici dei 6 paesi dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia, non si è tenuto all’ interno di una città europea bensì a Tirana, la capitale dell’ Albania. I precedenti incontri tra questi paesi si erano sempre affermati all’ interno del territorio dell’ UE. Questo cambiamento radicale ha un valore simbolico sia dal punto di vista del cerimoniale diplomatico sia per la scelta della città dove sono avvenuti questi incontri. Infatti il governo di Tirana è tra i principali sostenitori del percorso di allargamento europeo ai Balcani. Pensare ad un Europa senza Balcani non è più possibile.
CONTESTO STORICO POLITICO
Dobbiamo rammentare che i Balcani hanno sempre avuto un ruolo centrale nello scacchiere geopolitico europeo. Essi si dispiegano come crocevia socio-culturale di altissimo valore, un gioiello preziosissimo non sempre considerato dalle autorità dell’ Unione Europea. Eppure qualcosa negli ultimi anni sembra essere cambiato. Complici la crisi pandemica e la guerra in Ucraina, l’UE ha ricominciato ad affacciarsi alle porte dei Balcani. Ed ora pensare ad un Europa senza Balcani non è più possibile.
Per l’ occasione hanno partecipato sia Charles Michel che Ursula Von Der Leyen le due cariche più importanti di Bruxelles, dimostrando tutta la fondamentalità dell’ evento. L’allargamento dell’Ue ai Paesi dei Balcani Occidentali ha sempre avuto un’andatura altalenante. Tuttavia l’UE con questi incontri manda un messaggio che si erge come baluardo di fratellanza e coesione per i paesi della regione.
FOCUS CONFLITTUALITA’ SERBIA-KOSOVO
Il fulcro rimane stabilire una linea comune su una serie di punti chiave. Primo tra tutti quello della politica estera e di sicurezza comune. Su questo punto, tutti gli occhi guardano alla Serbia, che non ha imposto sanzioni alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Belgrado è poi al centro delle attenzioni anche per i rapporti con il Kosovo. La tensione tra i due paesi aveva quasi portato a un boicottaggio del summit da parte del presidente Aleksandar Vučić. Tuttavia il premier albanese, Edi Rama, è riuscito ad esercitare tutte le sue abilità diplomatiche per portare allo stesso tavolo la Serbia e il Kosovo. In questi ultimi giorni, ad un mese dal Summit, la polveriera kosovara è sull’ orlo di riesplodere e c’è già chi addita la Russia di supportare il governo serbo per distrarre il mondo dalla guerra in Ucraina. La storia tra i due paesi è complessa e perigliosa.
Il Kosovo è un ex provincia serba, e tra il 1998 e il 1999, fu al centro di una guerra tra l’ esercito guidato dai serbi e i componenti indipendentisti dell’ etnia albanese del Kosovo. Si è autoproclamato indipendente dalla Serbia nel 2008 anche se la Serbia non ha mai riconosciuto questa indipendenza, mentre 98 stati dell’Onu su 193 tra cui Italia e Stati Uniti l’hanno fatto. Le proteste odierne sarebbero dovute all’ arresto di Dejan Pantic, un ex agente della polizia kosovara di origini serbe, accusato di attività terroristiche nella città di Pristina.
Le tensioni erano già alte quest’ estate, quando il governo kosovaro ha deciso di proibire la circolazione di automobili con targa serba. Sembrava quindi che questo Summit di Tirana potesse essere un elemento efficace per appianare le conflittualità riemerse, tuttavia le tensioni sono rimaste molto elevate. Pensare ad un Europa senza Balcani non è più possibile anche per risolvere queste zone critiche di attriti che si trovano nel territorio europeo.
TEMATICHE DEL SUMMIT
Alla vigilia del Summit, il Commissario europeo per l’allargamento e le politiche di vicinato, Varhelyi, aveva annunciato che gli argomenti trattati sarebbero stati principalmente:
- Connettività digitale
- Energia
- Migrazione
Se osserviamo la Dichiarazione di Tirana rilasciata al termine del vertice, possiamo notare una forte volontà di perfezionare la connettività digitale tra i paesi della regione Balcanica:
“Nel settore digitale, muovendo dal buon esito dell’attuazione dell’accordo su una tabella di marcia regionale “Roam like at Home” (roaming a tariffa nazionale) a partire dal luglio 2021, che sopprime i costi di roaming all’interno della regione, accogliamo con favore la dichiarazione comune degli operatori di telecomunicazioni dell’UE e dei Balcani occidentali in data odierna che consentirà la prima riduzione dei costi di roaming tra l’UE e i Balcani occidentali nel 2023, in vista di una completa rimozione in seguito”
Per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e dei debiti infrastrutturali cinesi, che già attanagliano il Montenegro e si espandono nell’intera regione, l’Unione europea si è presentata mettendo in campo 1 miliardo di euro per il supporto immediato contro l’aumento del costo dell’energia. Il piano prevede di supportare nell’arco di tre anni la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. In particolar modo puntando sulle fonti rinnovabili e mettendo in cantiere la costruzione di almeno un nuovo impianto LNG nella regione. Nel documento conclusivo si legge: “La Russia è l’unica responsabile delle attuali crisi energetica ed economica. L’UE continuerà a sostenere i partner dei Balcani occidentali nell’affrontare gli effetti negativi sulle loro economie e società.”
Per quanto concerne la tematica immigrazione nel Summit si è parlato della liberalizzazione dei visti per i cittadini del Kosovo e delle migrazioni sulla rotta balcanica, che quest’anno ha visto 281 mila attraversamenti irregolari: +77% vs 2021. La dichiarazione recita : “La rotta migratoria dei Balcani occidentali è cresciuta significativamente dall’inizio del 2022. La gestione della migrazione rimane una sfida e una responsabilità comune che l’UE e i Balcani occidentali dovranno affrontare insieme, in stretto partenariato. A tal fine l’UE ha aumentato in misura sostanziale il suo sostegno finanziario alla regione, con oltre 170 milioni di EUR di assistenza bilaterale e regionale già fornita a titolo dell’IPA III”
UN FUTURO PREZIOSO PER L’ UE…MA ATTENZIONE ALLA CINA
Come ogni vertice tra Unione Europea e Balcani Occidentali, non sono mancate criticità. La speranza, tuttavia, è che questa regione possa accelerare le procedure per legare sempre più il suo futuro all’ Unione Europea. É necessario notare però come l’Unione Europea non sia l’ unica a rivolgere lo sguardo ai Balcani occidentali. La Cina vuole realizzare nei Balcani occidentali un polo geostrategico di primissimo piano leggendo il relativo sotto-sviluppo della regione in termini di “potenziale inespresso”. I paesi dei Balcani occidentali hanno assunto grande rilievo nelle politiche europee della Cina, rientrando di fatto negli orizzonti della famosa Belt and Road Initiative. La BRI e i vari progetti infrastrutturali ad essa annessi, sono la componente più conosciuta dell’attività economica della Cina nella regione. A questi progetti che rafforzano i rapporti sino-balcanici l’ UE deve guardare con attenzione.
Ad esempio, l’autostrada di Arber, che è parte del Corridoio Pan-Europeo VIII, è in realizzazione per abbattere i tempi di percorrenza da Tirana al confine con la Macedonia. Essa permetterà una riduzione dei tempi di spostamento da quattro ore e mezza a soli 90 minuti. Lo stesso si prevede per gli spostamenti tra Serbia e Montenegro che grazie al completamento del Corridoio Pan-Europeo vedranno ridursi significativamente i tempi necessari al raggiungimento di Belgrado dalla costa adriatica. Questa è la cornice all’interno della quale bisogna cercare di comprendere le risposte dell’UE, come il vertice del 6 Dicembre, all’andamento delle relazioni sino-balcaniche. Osservare con maggiore attenzione le dinamiche nella regione balcanica può permetterci di capire con occhio critico quanto l’ Unione Europea possa realmente crescere come organismo forte nello scacchiere mondiale. Le possibilità di sviluppo dei territori balcanici sono incredibili, l’UE sembra aver preso la strada giusta investendo sul serio nella regione.
Pensare ad un Europa senza Balcani non è più possibile e questo Summit è solo l’inizio.
Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023