Il nuovo anno sarà ricco di appuntamenti elettorali di enorme rilevanza a livello geopolitico. Le elezioni non sono unicamente eventi cruciali per la politica interna di un determinato Paese, ma permettono anche di prevedere la sua futura posizione in materia di politica estera. Esse rappresentano uno strumento fondamentale per gli analisti ed un evento estremamente affascinante per gli appassionati.
Turchia, il Sultano sfida Ataturk
Nell’anno in cui si celebrano i festeggiamenti per il centenario repubblicano, Ankara si prepara ad un appuntamento elettorale che porterà alla nomina del Presidente e dei membri della Grande Assemblea Nazionale Turca. Recep Tayyip Erdoğan sfida la storia, nel tentativo di poter poter affiancare proprio nome a quello del padre della Repubblica Turca, Mustafa Kemal Ataturk.
Le elezioni si terranno in clima analogo a quello argentino sul piano economico, caratterizzato dalla dilagante inflazione, ma il sultano tenterà di celare tali problematiche con i ragguardevoli successi geopolitici. Si servirà, inoltre, dei soliti mezzi politici, al fine di sbaragliare la concorrenza e garantirsi la permanenza presso il Cumhurbaşkanlığı Külliyesi, il maestoso complesso presidenziale edificato per sua volontà.
Sebbene Erdogan sia riuscito a mettere fuori dai giochi il temibile Sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, al quale è stata inflitta una condanna di due anni e sette mesi per “insulti a funzionari elettorali”, la corsa per la poltrona prevista per metà giugno è ancora apertissima. L’opposizione ha formato una coalizione che prende il nome di Altili Masa (Tavola dei Sei), la quale si sta impegnando nella ricerca di un candidato adatto per porre fine all’egemonia del sultano.
Grecia al bivio dopo l’austerity
Il sorprendente percorso che ha portato la Grecia ad uscire dall’austerità culmina con le prossime elezioni estive. Quest’ultime rappresenteranno la chiusura di processo di risanamento dei conti pubblici eseguito in maniera esemplare dalla dirigenza greca. L’importanza della tornata elettorale è data anche e soprattuto dall’aumento delle tensioni con Ankara, dovute alle mire espansionistiche turche nel Mar Egeo.
Kyriakos Mītsotakīs, leader del partito di governo Nea Demokratia (Nuova Democrazia), vuole confermarsi alla guida dell’esecutivo, ma le forze di opposizione, SYRIZA e PASOK, punteranno su uno scandalo, che interessa il partito conservatore, per farlo decadere.
Il Mondiale non basta all’Argentina, un’economia al collasso
Terminati i festeggiamenti per la grandiosa vittoria del mondiale in Qatar, gli argentini tornano con i piedi per terra e si preparano ad una tornata elettorale in un contesto disastrato a livello economico. Mentre l’albiceleste si conferma prima al mondo, non si può dire lo stesso della condizione finanziaria in cui desta il Paese ormai da un ventennio.
I cittadini saranno richiamati alle urne il 29 ottobre, per eleggere il Presidente, i membri del Parlamento ed i Governatori provinciali. Per le presidenziali lo scontro sarà tra le forze peroniste/kirchneriste del Frente de Todos ed i liberali di Juntos por el Cambio. Le due coalizioni non hanno ancora ufficializzato i propri candidati e la loro selezione è ancora in bilico. Al presidente uscente Alberto Fernandez, il Fronte, potrebbe preferire l’attuale Ministro dell’Economia Sergio Massa; dal lato opposto il ballottaggio è tra il Sindaco di Buenos Aires Horacio Larreta e l’ex Ministro della Sicurezza Patricia Bullrich.
Sull’onda dell’entusiasmo calcistico la corsa alla presidenza si fa fitta ed il candidato più temibile esula dal mondo politico. Secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Giacobbe & Asociados, il popolo argentino acclamerebbe a gran voce il nome di Lionel Messi come nuovo inquilino alla Casa Rosada.
Nigeria, il gigante africano al voto
Il prossimo 25 febbraio si terranno le elezioni generali in Nigeria. Nel corso degli anni, il paese africano si è guadagnato un posto tra i grandi player del continente, spinto da un’irrefrenabile crescita demografica.
Il clima è teso e la lotta politica è dietro l’angolo. Al fine di prevenire qualsiasi forma di violenza, il 19 settembre scorso, ad Abuja, si sono riuniti i leader ed i candidati dei 18 partiti in lizza, per firmare un documento in materia di sicurezza. Inoltre, è stata da poco approvata una nuova legge elettorale che rappresenterebbe uno strumento fondamentale per il processo di democratizzazione intrapreso dal 1999, anno che ha segnato la fine della successione di diversi regimi militari.
La corsa alla presidenza si fa intricata ed interessa quattro candidati in particolare: Peter Obi del Partito dei lavoratori (Lp), Bola Tinubu del Congresso di tutti i progressisti (Apc), Rabiu Musa Kwankwaso del Partito popolare della nuova Nigeria (Nnpp) e Alhaji Atiku Abubakar del Partito democratico popolare (Pdp); il caso di quest’ultimo è peculiare, il candidato si è già presentato, senza successo, alle presidenziali del 1993, 2007, 2011, 2015 e 2019.
Ultima Modifica: 24 Gennaio 2023