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Premierato, arriva l’approvazione dal Cdm. Ecco i 5 punti nodali. Meloni: “Basta governi tecnici”

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità la riforma del Premierato.

Meloni Reddito di Cittadinanza

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità, la scorsa settimana, la riforma del Premierato.

Nonostante ciò, l’iter per l’adozione del provvedimento rimane lungo. L’obiettivo, come confermato da Giorgia Meloni, è quello di porre fine ai numerosi governi tecnici e alle maggioranze arcobaleno, situazioni ricorrenti nella storia della “Seconda Repubblica”.

Le Parole di Giorgia Meloni:

Queste le dichiarazioni di Giorgia Meloni:

È una riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e garantisce obiettivi che, dall’inizio, ci siamo impegnati a realizzare: dare il diritto ai cittadini di decidere da chi farsi governare, mettendo fine a ribaltoni, giochi di palazzo e governi tecnici”.

Ha poi aggiunto:

Negli ultimi 75 anni di storia repubblicana, in Italia, abbiamo avuto 68 governi con una vita media di un anno e mezzo. Questa è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia perché, se facciamo un passo indietro e guardiamo agli ultimi 20 anni, abbiamo avuto 12 presidenti del Consiglio”.

Premierato
Riforma del Premierato portata in CDM.

Premierato vs Presidenzialismo

Cessa di essere preso in considerazione, di conseguenza, uno di quelli che furono i cavalli di battaglia della campagna elettorale del centro-destra, in particolare di Fratelli d’Italia, il Presidenzialismo. L’idea alla base dell’introduzione del Presidenzialismo era quella di far eleggere direttamente ai cittadini il Presidente della Repubblica. L’esecutivo, però, ha deciso di non intaccare in alcun modo quello che è il ruolo del Capo dello Stato. Sempre le parole della Meloni:

Il ruolo del Presidente della Repubblica è di assoluta garanzia e noi abbiamo deciso di non toccarne le competenze“.

Norma anti-ribaltone

Nella Norma anti-ribaltone è contenuta una delle parti che più hanno fatto discutere: in caso di Premier dimissionario o sfiduciato, Il Presidente della Repubblica potrà nominare un parlamentare della stessa coalizione del premier uscente, ma una sola volta. Nel caso in cui anche il secondo incarico dovesse fallire, il capo dello stato dovrà prenderne atto e sciogliere le camere. Come specificato nell’Art 4:

Il Presidente della Repubblica può conferire l’incarico di formare il governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il governo del presidente eletto ha ottenuto la fiducia“.

Premio maggioranza

Nella riforma, inoltre, è incluso un premio di maggioranza: viene garantito il 55% dei seggi alle camere alla coalizione che ottiene la vittoria elettorale, come riportato nel passaggio della sostituzione dell’Art. 92:

La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura. Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri”.

Addio Senatori a vita

Un’ulteriore novità è rappresentata dalla scomparsa del ruolo dei Senatori a vita. Nonostante ciò, quelli attualmente in carica rimarranno tali: non potranno venirne nominati altri in futuro, come specificato nell’Art 5:

I senatori di diritto a vita nominati ai sensi del previgente secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione restano in carica”.

Elisabetta Casellati, ministro per le riforme istituzionali, si è espressa così circa la nuova riforma:

È una riforma di grande portata perché permetterà di avere una credibilità a livello internazionale. L’Italia sarà sempre più credibile e più competitiva. Noi ci siamo presentati al confronto con tutti senza ricette precostituite e abbiamo messo a terra tutte le obiezioni, abbiamo cercato di costruire un modello che potesse soddisfare le esigenze di tutti”.

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Last modified: 13 Novembre 2023

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