Scritto da 16:17 Politica Interna

Concessioni balneari, il Ministro del Turismo: ‘’Spiagge libere ai privati’’

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Intervento del Ministro del Turismo Santanchè all’assemblea annuale di Confesercenti

BREVE INTRODUZIONE

Intervenendo all’assemblea annuale di Confesercenti, il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè (FDI),in risposta ad una domanda sulle concessioni balneari ha affermato:<< Preferisco non parlare di deleghe che non sono mie, le ha il ministro Musumeci, io sono stata tirata in ballo per il conflitto di interessi>>. Ha poi aggiunto:<<Dobbiamo fare le cose bene, non aprire la strada alle multinazionali, non svendere parte del nostro patrimonio e ci vorrà del tempo. E poi fare delle gare che consentano a chi fa questo lavoro di continuare a farlo>>. Lancia alla fine una provocazione:<<Sarebbe bene prima assegnare quelle spiagge che non sono oggi assolutamente servite’’, le cosiddette spiagge libere>>.

Queste le parole del Ministro in merito ai valori e alle identità: “Consegnare dei pezzi del nostro litorale alle multinazionali ci toglierebbe le nostre peculiarità, perché nei nostri stabilimenti balneari, a seconda della regione, c’è un tipo di ospitalità, un tipo di cibo, un tipo di accoglienza. E mi sentirei male se tutto questo fosse standardizzato e non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melanzane , che sono parte dei nostri valori e della nostra identità“.

DIRETTIVA BOLKESTEIN

L’Unione europea lamenta ormai da tempo il mancato rispetto della direttiva n.2006/123/CE – direttiva Bolkestein – nata al fine di eliminare le barriere allo sviluppo del settore dei servizi tra gli Stati membri. Recepita dall’Italia nel 2010, ha sempre incontrato esecutivi restii alla sua applicazione. L’obbligo di procedere a nuove assegnazioni mediante procedure ad evidenza pubblica non è stato ottemperato, proseguendo sulla strada del rinnovo automatico delle concessioni demaniali marittime. La problematica delle concessioni in scadenza fu nuovamente aggirata con la legge 30 dicembre 2018 n.145, che prevedeva l’estensione della validità delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo fino al 2033.

Nel dicembre 2020 la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora relativa al rinnovo automatico delle concessioni balneari, in quanto tale estensione delle concessione risulterebbe in contrasto con la direttiva 123/2006. Con le sentenze gemelle n.17 e 18 il Consiglio di Stato si è pronunciato sulla questione delle concessioni balneari annullando la validità della proroga al 2033.

Il giudice amministrativo ha previsto che ‘’le concessioni demaniali per finalità turistico-ricettive già in essere continuano ad essere efficaci sino al 31 dicembre 2023’’, consentendo così al Governo ed al Parlamento di approvare una normativa che riordini la materia disciplinandola in conformità col diritto dell’Unione europea. Lo scorso agosto, il Senato ha approvato in via definitiva il ddl concorrenza. All’articolo 3 istituisce l’assegnazione delle concessioni balneari mediante bando di gara entro il 31 dicembre 2024. Spetterà all’attuale governo Meloni emanare il decreto attuativo che dovrà contenere gli aspetti più importanti della materia, come il riconoscimento di un punteggio bonus per chi vanta esperienza nel settore e i criteri per calcolare l’eventuale indennizzo dei concessionari uscenti.

L’ITALIA DELLE PMI

Il mercato italiano è caratterizzato dalla notevole presenza di micro imprese, piccole imprese e medie imprese. In tale direzione è rivolta una tra le maggiori obiezioni poste alla direttiva Bolkestein, vale a dire nel caso in cui si procederà all’assegnazione delle concessioni mediante evidenze pubbliche, al fine di garantire la massima apertura del mercato e utilizzando un criterio di preferenza basato sui maggiori investimenti, si rischierebbe di veder il tessuto imprenditoriale italiano avere la peggio rispetto alle imprese multinazionale.

Negli stabilimenti balneari, molto spesso presenti numerosi e contigui in una determinata area del paese ed in forte concorrenza tra loro, si realizzano periodicamente numerosi investimenti. I tempi per rientrare da un investimento non sono di certo brevi, e l’introduzione di rigidi meccanismi, che non tengano conto del bisogno di dover avere una certezza di lungo periodo nella titolarità della concessione, comporterebbero un disincentivo ad investire.

Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023