Ponte sullo stretto di Messina, il Ministro Salvini: fra due anni il primo mattone
Il ponte che collega Italia e Europa (forse) verrà fatto
Quello del ponte sullo Stretto è uno dei temi più discussi degli ultimi giorni, ma è stato anche uno dei più dibattuti degli ultimi decenni. Il governo Meloni sembra davvero intenzionato ad avviare il progetto che collegherebbe Calabria e Sicilia con un ponte lungo poco più di 3 km. Il Ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini riesce a portare sui banchi del governo e dell’Unione Europea quella che era da anni una delle sue principali battaglie. Il vicepremier ne è certo: il ponte sullo stretto si farà.
Queste le parole di Matteo Salvini :«Siamo decisi a completare il progetto, il ponte sullo Stretto non unisce solo Sicilia e Calabria ma anche l’Italia al Nord Europa».
Il Ministro Salvini a Bruxelles
A 45 giorni dal suo insediamento al governo, il Ministro Salvini interviene al Consiglio dei ministri dei Trasporti dell’Unione Europea: tra i tanti temi esposti c’è anche quello del ponte sullo Stretto. Il vicepremier incassa un “sì” da Adina Valean, il commissario Ue per i trasporti, che alla stampa comunica che l’Unione Europea è disposta a co-finanziare l’opera, precisando :« Aspettiamo un progetto solido per finanziare la prima fase di fattibilità e poi il progetto partirà».
Una storia nata più di un secolo fa
Prima di capire quanti finanziamenti sono stati stanziati nel tempo, dobbiamo ripercorrere la storia e partire dal lontano 1866. Il ministro dei trasporti del governo La Marmora, dell’ormai disciolto Regno d’Italia, fu il primo ad ipotizzare un ponte che collegasse l’isola siciliana alla Penisola. Un secolo dopo, nel 1965, il ponte divenne la copertina della Domenica del Corriere. Nel 1968 l’Anas (Azienda Nazionale Autonoma Strade Statali) indisse un concorso di idee, vinto dall’ingegnere Sergio Musmeci. Quest’ultimo, che aveva ipotizzato un ponte a due campate, aveva poi escluso la fattibilità del progetto a causa della morfologia a “V” dello Stretto che non permetteva una buona lavorabilità. Nel 1971 il governo democristiano Colombo con un decreto affida all’IRI (Istituzione Ricostruzione Industriale) il progetto.
Quanto è costato non farlo?
Nel 1981 nasce la società “Stretto di Messina Spa”: è da qui in poi che iniziano le spese statali per un ponte mai fatto. La società era partecipata da Iri, Ferrovie dello Stato, Regione Sicilia e Regione Calabria. Dal 1981 al 1997 i vari governi spendono circa 135 miliardi di lire per finanziare vari studi di fattibilità. Il 2003 sembra l’anno della svolta, il governo Berlusconi passa ai fatti aprendo un cantiere per l’ancoraggio dei cavi: il progetto prevedeva una campata unica. Anno 2006, Prodi fa ritorno a palazzo Chigi e congela il progetto. Con la nascita del governo Berlusconi IV, nel 2008, il progetto riparte, per poi essere completamente bloccato nel 2013 dal governo Monti: il Ponte sullo Stretto “non s’ha da fare”. Nello stesso anno, la società “Stretto di Messina Spa” viene messa in liquidazione e il progetto decade. Questo è il website della società non più in attività: https://www.strettodimessina.it/
Dunque lo Stato italiano si trova sostanzialmente a dover ripagare centinaia di milioni di euro a società ed aziende che ormai avevano aperto cantieri e avviato un progetto discusso da decenni. Il bilancio delle perdite tra studi di fattibilità, cantieri aperti e poi chiusi e more da pagare, è di 1,2 miliardi di euro.
Un’opera che divide l’opinione pubblica
Quella del ponte sullo Stretto di Messina è sicuramente una delle opere più discusse dall’opinione pubblica da ormai più di 30 anni. Ci sono i promotori, che teorizzano che sarebbe un’infrastruttura strategica non solo per l’Italia ma anche per l’Europa e che permetterebbe di percorre 3 km in pochi minuti, inquinando meno rispetto alla classica tratta del traghetto; e i detrattori che sostengono che sia un’infrastruttura infattibile in una zona sismica e che costruire il ponte inquinerebbe troppo. Ma il neo-ministro Salvini assicura: “sarà un’opera avveniristica ed ecologica”.
L’opera italiana (mai realizzata) finisce addirittura in un fumetto di Topolino:
Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023