Definizione G 20:
ll G20, ovvero “Gruppo dei 20”, è il principale forum di cooperazione economica e finanziaria a livello globale. Si tiene ogni anno, ed è composto da 19 delle più grandi economie del mondo più l’Unione Europea. Rappresenta un gruppo di paesi che costituiscono l’80% del PIL globale, nonché il 60% della popolazione del pianeta. Gli incontri si tengono ogni anno e durano due giorni, quest’anno il meeting si è realizzato il 15 e il 16 novembre.
Il luogo in cui si tiene il vertice del G20 invece cambia ogni anno e, indipendentemente dal paese in cui si svolge, il leader di quel paese sarà responsabile dell’incontro di quell’anno. Quest’anno il vertice si è svolto a Bali, in Indonesia. Il vertice è nato nel 1999. Inizialmente riservato ai ministri delle finanze e ai governatori delle banche centrali, solo dal 2008, dopo la grande recessione economica globale, è diventato un summit a cui partecipano anche i capi di Stato e di governo delle maggiori economie. L’Italia ha avuto l’ opportunità di ospitare l’ultimo vertice lo scorso anno, a Roma, il 30 e 31 ottobre 2021. L’India ospiterà il prossimo incontro del G20 nel 2023.
BREVE DEFINIZIONE COP 27:
La COP 27(Conference of Parties) è invece la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. In questo 2022 le nazioni partecipanti sono state più di 200 e l’evento si è svolto a Sharm El-Sheikh, in Egitto.
Alla COP 27 è stata registrata la presenza di migliaia di delegati di governi, istituzioni internazionali e ONG, ma anche scienziati e giornalisti, che dal 6 al 18 novembre si sono incontrati in Egitto per cercare di strutturare proposte concrete per attuare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (COP21) del 2015. Infatti, tra gli obiettivi complessi ma ancora raggiungibili di tale accordo esiste la volontà congiunta dei paesi di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2ºC rispetto ai livelli preindustriali e di perseverare gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC.
L’ importanza di questi due incontri ravvicinati è fondamentale per comprendere le reazioni alla crisi globale che stiamo vivendo e focalizzarci sulla reale volontà dei Paesi di uscirne.
UN RITORNO AL PASSATO:
La dichiarazione finale del G20 è particolarmente interessante per capire quali saranno i prossimi trend portati avanti dalle più grandi economie internazionali. Tale dichiarazione finale è un documento non vincolante che stabilisce i punti principali di cooperazione tra i diversi Paesi che prendono parte al G20. Le grandi potenze si sono concentrate principalmente sulla guerra in Ucraina e sulle sue conseguenze.
Nel documento si legge che la maggior parte dei membri ha condannato con forza la guerra russa in Ucraina e ciò è focale perché al Summit erano presenti alcuni alleati storici della Russia nonché il ministro degli affari esteri russi Lavrov. Osservando anche l’incontro storico tra Biden e Xi Jinping che a detta del presidente USA è stato abbastanza illuminante, in quanto entrambi hanno espresso la volontà di non creare le precondizioni per una possibile guerra fredda, la Russia sembrerebbe sempre più isolata.
I due presidenti sono arrivati all’incontro forti di un potere solido che negli Stati Uniti si è concretizzato con la mancata ondata Rossa alle elezioni di Mid-term, mentre in Cina con la riconferma del leader Xi per i prossimi 5 anni come segretario generale del Partito comunista cinese.
E’ importante evidenziare che negli stessi giorni in cui si è tenuto il G20 è stato realizzato un attacco missilistico tra i più potenti in Ucraina, missili si sono schiantati sul suolo Polacco, uccidendo due cittadini della Repubblica di Polonia e destando, nella giornata del 15 novembre, incubi di una guerra mondiale. Immediatamente Joe Biden ha convocato un incontro speciale del G7 per poter discutere della situazione problematica in cui ci si era ritrovati e il caso è stato chiuso in breve tempo, confermando la tesi che i missili caduti in Polonia erano esclusivamente sistemi di difesa aerea ucraini.
Dopo decenni di combattimenti per la parità di genere appare molto duro notare come dei 41 membri partecipanti al G20 solo 4 erano donne, e tra di esse una sola con l’ incarico di premier ovvero l’ italiana Giorgia Meloni. Le altre donne presenti erano la presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen, il direttore generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva e dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) Ngozi Okonjo-Iweala.
Per quanto concerne la Cop 27 è stato fin da subito palese come la scelta del paese ospitante abbia creato non poche critiche. Su tutte svettano le parole dell’ ambientalista Greta Thunberg che ha definito la conferenza sul clima un evento di “greenwashing” ed ha negato la sua presenza all’evento puntando il dito sull’assetto fortemente dittatoriale del Paese, incline a negare molti diritti individuali basilari punendo anche il reato di opinione.
Interessante notare anche come lo sponsor principale di tale Conferenza sia stata proprio l’azienda con le maggiori emissioni di plastica nel pianeta, ovvero la Coca Cola. Erano, inoltre, presenti ben 636 lobbisti dei carboni fossili al summit, il 25% in più rispetto all’anno scorso.
Tuttavia all’ interno dell’evento è stata approvata una misura straordinaria. Si tratta del “Loss and Damage Fund”, un fondo che darà assistenza finanziaria alle nazioni povere colpite dal cambiamento climatico. Se pensiamo infatti alla situazione in cui vive l’intero continente africano, il quale contribuisce solo per il 3.8% delle emissioni globali di gas serra (contro il 23% della Cina, il 19% degli Stati Uniti e il 13% dell’Unione Europea) e che tuttavia sta affrontando emergenze climatiche senza precedenti come siccità e carestie, capiamo l’importanza di questo fondo.
La notizia è importante perché l’Unione Europea e gli stati Uniti si erano sempre opposti alla creazione di una misura simile. La proposta prevede che il fondo sia finanziato non solo dai paesi considerati sviluppati, ma anche da quelli emergenti che inquinano molto. Allo stesso tempo, il fondo non dovrebbe finanziare indistintamente tutti i Paesi in via di sviluppo, ma solo quelli particolarmente esposti al cambiamento climatico. In questo modo paesi come Cina e India, anche se considerati come emergenti, non beneficerebbero del fondo ma sarebbero tra i suoi finanziatori. Attenzione però, il “Loss and Damage Fund” ha incluso solo l’eliminazione graduale del carbone e non di gas e petrolio, siamo quindi ben lontani da una soluzione definitiva al problema della crisi climatica.
CONCLUSIONE:
Fondamentale è allora comprendere che è solo grazie ad imprese fattuali, immediate e rapide potremmo uscire da quello che, lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito : “Un caos climatico di dimensioni bibliche”. Perché tutti quanti noi ce ne stiamo rendendo conto con costernante drammaticità, la situazione sta raggiungendo limiti insostenibili. Nel mondo continuano a crescere i migranti climatici e per di più continuano a svilupparsi inesorabilmente sempre più conflitti per le risorse. La stessa guerra tra Russia ed Ucraina sta incrementando la problematica della mancanza di risorse nel pianeta. Abbiamo la necessità di mantenere il tetto climatico degli 1,5 gradi centigradi, perché andare oltre, porterebbe ad effetti disastrosi che potrebbero essere troppo duri anche per una civiltà avanzata come la nostra.
Due sfide colossali,per cui solo una forte comunione di intenti, un forte senso di appartenenza globale rinsaldato anche e soprattutto da meeting come il G20 e la COP 27, possono essere la ricetta per il successo.
Serve lungimiranza e volontà ferrea, la strada è ardua ma ancora praticabile, percorriamola prima che sia troppo tardi.
Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023