Scritto da 16:50 Politica Interna

Nuovo codice degli appalti: arriva l’ok del Cdm

Nell’ultimo Cdm – oltre al decreto bollette – il Governo Meloni ha dato il via al nuovo codice degli appalti.

 nuovo codice degli appalti

Andiamo a vedere le sostanziali novità.

Nuovo codice degli appalti: semplificazioni, sub-appalti e ordini diretti

Il nuovo codice degli appalti è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 28 marzo.

Le nuove regole saranno operative, sinteticamente, in 3 fasi ed in 3 lassi di tempo:

  • il 1 aprile è prevista la vigenza della norma;
  • il 1 luglio l’operatività;
  • il 1° gennaio 2024, la digitalizzazione.

Sembra esserci una grossa semplificazione della burocrazia che fino ad oggi ha attanagliato il mondo degli appalti pubblici.

Le nuove norme sono racchiuse in circa 229 articoli e il traguardo è dettato da due punti cardine, secondo quanto riferito dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini: il risultato conseguito velocemente e la legittimità delle scelte compiute.

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Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture

“Per fare una gara d’appalto si risparmieranno da 6 mesi ad un anno!”, afferma il Ministro Salvini.

Ma le novità non sono finite.

Viene introdotto il “dissenso qualificato”, ovvero dovrà essere data una motivazione più che valida al fine di bloccare una qualsivoglia opera.

E’ prevista la liberalizzazione dei lavori sottosoglia (fino a 5,3 milioni), ed i Comuni più piccoli avranno la facoltà di procedere con gli affidamenti diretti fino a 500 mila euro.

Come poteva mancare la digitalizzazione, in una rivoluzione “positiva”?

Verrà infatti introdotta una piattaforma digitale, per evitare che le documentazioni richieste in sede di gara d’appalto, possano essere duplicate all’infinito. Non solo. Sarà prevista una Banca dati nazionale dei contratti pubblici (che fa capo all’ Anac), nel fascicolo virtuale dell’operatore economico.

Tra le caratteristiche del nuovo codice degli appalti, compare la sostanziale diminuzione dei vincoli per quanto concerne il subappalto, che si prevede possa triplicarsi.

Torna invece prepotentemente l’appalto integrato, ovvero la possibilità di bandire una sola gara che preveda l’esecuzione e la progettazione dei lavori in oggetto.

La norma firmata da Salvini “Prima l’Italia”

Tra le novità più interessanti fa capolino la norma “Prima l’Italia”.

Tra i criteri di valutazione dell’offerta, la norma prevede come premiale il valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi UE, rispetto al totale. Così afferma il Ministro Salvini: “Una tutela per le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di Paesi terzi”.

Oltre a questa premialità, la norma prevede che ce ne sia un’altra per valorizzare le imprese che hanno sede nel territorio in cui è prevista l’opera bandita dalla gara.

Il malcontento degli artigiani e le polemiche dei sindacati

E’ quasi scontato che per ogni “rivoluzione positiva”, ci sia qualcuno che non si senta gratificato dalla stessa.

In questo caso parliamo degli artigiani, i quali si sentono categoricamente esclusi dalle sostanziali novità del codice degli appalti.

Questo da imputare ad una particolare motivazione:

“L’assenza di riferimenti alla specificità dei consorzi artigiani nelle bozze di decreto legislativo sul Codice degli appalti.”

Anche i sindacati non sembrano affatto essere soddisfatti:

Torniamo indietro di 50 anni in termini di legalità, trasparenza e tutela dei lavoratori”.

L’affermazione è riferita soprattutto all’innalzamento della soglia per gli ordini diretti, la liberalizzazione dei subappalti, e il reintegro degli appalti integrati.

A supporto delle motivazioni addotte, infatti, Cgil e Uil, sabato 1° Aprile si sono riunite per scendere in piazza a protestare.

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Staremo a vedere se questa “rivoluzione positiva”, portata dal nuovo codice degli appalti di cui parla il Ministro Salvini, sarà effettivamente e praticamente il punto di svolta per gli appalti pubblici.

C’è da dire anche che la digitalizzazione prevista, sarebbe utile a ridurre drasticamente la burocrazia in Italia, da ogni punto di vista.

In fin dei conti è risaputo che un Paese meno burocratizzato, è un Paese più produttivo.

Informati, con la politica “in tasca”!

Ultima Modifica: 3 Aprile 2023

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