Erano 27 anni che il Capo del Governo non partecipava al Congresso della CGIL, il Congresso Nazionale della più antica confederazione sindacale della nostra Nazione. Così ha esordito la Premier Giorgia Meloni nei primi cinque minuti del suo intervento, di fronte alla platea degli iscritti alla CGIL. Ad ascoltarla in prima fila, il neo rieletto segretario Maurizio Landini.
Ripercorriamo insieme i momenti salienti dell’incontro del 17 marzo scorso, a partire dall’arrivo presso il Palacongressi di Rimini.
“No” all’ingresso dal retro
Accolta da Maurizio Landini all’entrata laterale presidiata dalla sicurezza dell’evento, la Premier chiede di poter accedere dalla porta principale, spiazzando tutti. Oltre al Segretario Landini, ad attendere Giorgia Meloni c’è anche un gruppo di manifestanti guidati da Eliana Como, che ha un peluche in mano, in ricordo dei bambini che hanno perso la vita nella tragedia di Cutro.
I delegati intonano “Bella ciao”: la Premier risponde a suon di smorfie
Non si placa la protesta nei confronti del Presidente del Consiglio, nemmeno all’interno del Palacongressi. E’ qui che – mentre la Premier Meloni si accinge a prender parola – un piccolo gruppo di iscritti abbandona i propri posti intonando “Bella Ciao” e allontanandosi col pugno chiuso. Il tutto sotto lo sguardo gelido ma ammiccante, quasi divertito e ai limiti del comico, della Presidente stessa. Proprio colei che, prendendo poco dopo la parola, comincia la sua orazione da quelli che solitamente si trovano alla fine degli interventi: i ringraziamenti.
A partire da Maurizio Landini, passando poi per tutta la dirigenza CGIL fino ad arrivare ai suoi contestatori, Giorgia Meloni ringrazia per l’invito e ironizza brillantemente sullo slogan “Pensati sgradita”. Un chiaro rinvio all’ospitata dell’influencer Chiara Ferragni durante il Festival di Sanremo al quale poi replica dicendo: “Non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”.
I punti toccati dalla Premier
La Presidente Meloni parte dal rivendicare con grande orgoglio uno degli ultimi provvedimenti del Governo, lo stesso che al contempo, ha fatto aumentare la preoccupazione ed esasperare i toni dell’opposizione politica e sindacale.
Proprio la CGIL infatti risulta essere in prima linea contro la riforma fiscale, nei confronti della quale la stessa Premier si è così espressa:
“Per favorire la crescita occupazionale e per aumentare le retribuzioni, io credo che la base sia far ripartire l’economia, sostenere il sistema produttivo, restituire all’Italia anche un po’ di sana fiducia in se stessa, liberare le sue energie migliori. È esattamente la visione che sta, ad esempio, alla base della riforma fiscale che ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato con una legge delega che a mio avviso è stata un pò frettolosamente bocciata da alcuni.”
Anche sul Reddito di Cittadinanza il Presidente del Consiglio non nasconde il suo disappunto, ritenendolo inefficace ed affermando inoltre che:
“Il Reddito di cittadinanza ha fallito. Lo Stato non deve mantenere chi può lavorare. Neanche nell’idea iniziale del M5S era previsto il Reddito di cittadinanza come un vitalizio, ma come uno strumento transitorio. C’è gente che ha preso il sussidio per tre anni e si è ritrovata nella condizione di partenza“.
L’affondo finale della Premier è però riservato al salario minimo legale, argomento sul quale di recente, in Parlamento, si è scontrata con la neo eletta segretaria Elly Schlein. La maggioranza di centro dx rimane infatti saldamente convinta che questo provvedimento sia inapplicabile e dannoso per i lavoratori e produttori italiani, motivo per il quale si è espressa dicendo:
“Voglio ribadire anche a voi con la stessa chiarezza, come ho già fatto in Parlamento qualche giorno fa, che per raggiungere questo obiettivo in una Nazione come l’Italia, caratterizzata da una elevata copertura della contrattazione collettiva e da un elevato tasso di lavoro irregolare, io credo che l’introduzione del salario minimo legale non sia la strada più efficace per una ragione semplice. Perché io temo il rischio che la fissazione per legge di un salario minimo diventi non una tutela aggiuntiva rispetto a quelle garantite dalla contrattazione collettiva, ma una tutela sostitutiva e questo – per come la vedo io – finirebbe per fare un altro grande favore alle grandi concentrazioni economiche che hanno come obiettivo quello di rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori”.
La risposta del segretario Landini
Gli unici applausi che la Premier Meloni strappa durante i suoi 30 minuti di arringa riguardano il ricordo dell’assalto subito dal Sindacato il 9 Ottobre 2021. Occasione che all’epoca dei fatti, ricordiamo, vide protagonisti alcuni esponenti dell’estrema destra. Così facendo, la stessa platea è riuscita a dimostrare di essere una comunità lavorativa politicamente opposta, che ascolta con rispetto e compostezza le parole del Presidente del Consiglio, fatta ovviamente eccezione per quella ristretta cerchia di contestatori.
Il segretario Maurizio Landini, il giorno dopo l’intervento di Giorgia Meloni e dopo essere stato riconfermato segretario della CGIL con il 94% delle preferenze, prende nettamente le distanze dal governo, ed afferma:
“Con il governo e la Premier Giorgia Meloni c’è una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c’è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana.“
Non ci resta pertanto che aspettare l’esito dell’incontro tra le principali Confederazioni sindacali italiane.
Ultima Modifica: 21 Marzo 2023