Il Nord Stream 1 e 2 sono due coppie di gasdotti lunghi 1.200km, gli unici che collegavano direttamente Germania e Russia, avendo quindi un valore strategico molto elevato. Erano posseduti al 51% dal colosso russo Gazprom e riuscivano a trasportare fino a 110 miliardi di metri cubi l’anno di gas. Il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione dal suo completamento. Il Nord Stream1 invece non era attivo dal 31 agosto 2022 per manutenzione. Quando sono stati colpiti il 26 settembre, erano entrambi pieni di gas. I danni sono stati così gravi da comprometterne l’utilizzo per sempre.
Dal punto di vista ambientale, si tratta della più grande perdita di metano mai registrata. Si stima che il tasso di perdita da uno dei quattro punti di rottura fossa 23.000 kg l’ora. L’impatto ambientale potrebbe essere equivalente a 5 milioni di tonnellate di CO2, cioè quanto l’Italia emette in cinque giorni.
Occidente e Russia si accusano a vicenda
Le prime ipotesi sul mezzo utilizzato per l’attacco sono state varie: sottomarino, drone acquatico o robot riparatore. L’unica certezza è che i sismografi svedesi hanno registrato 3 microsismi che gli esperti riconducono alle esplosioni del sabotaggio. Per gli europei e gli americani, i russi avrebbe attaccato il gasdotto, utilizzando la sua intelligence GRU, incaricata della sorveglianza e con mezzi adatti alla missione. Questo al fine di aumentare il prezzo del gas e l’instabilità europea.
Dal canto suo, la Russia accusa gli americani, da sempre avversi al Nord Stream temendo un avvicinamento di Russia e Germania. Tanto che Biden disse espressamente che non ci sarebbe più stato il NS se la Russia avesse invaso l’Ucraina. Per i russi è assurdo essere accusati di sabotare una propria infrastruttura pagata miliardi ed hanno accusato l’Occidente di non portare avanti indagini serie.
La zona
Il sabotaggio è avvenuto vicino ai Paesi europei, nella Zona Economica Esclusiva di Svezia e Danimarca ed in quei giorni navi polacche e americane si esercitavano lì. Inoltre la Russia fa notare che gli USA ora vendono più gas in UE. Nello stesso giorno del sabotaggio si inaugurava il nuovo gasdotto Baltic Pipe che porta il gas norvegese dalla Polonia attraversando la Danimarca. La nuova pipeline ha una capacita di 10 miliardi di metri cubi l’anno ed è arrivata proprio nel momento giusto per i rifornimenti europei.
Le rivelazioni dell’intelligence
Secondo un articolo del NYT che riprende rivelazioni dei servizi segreti, a sabotare il NS sarebbe stato un gruppo filo-ucraino, di cui fanno parte anche dei ribelli russi “ma non membri di una specifica organizzazione, o diretti o pagati per l’operazione“. Solitamente i servizi segreti, come dice il nome, lavorano su informazioni riservate. Gli esperti ritengono che quando questi vogliano mandare dei messaggi e comunicare con l’esterno, facciano trapelare tali informazioni.
“L’ufficiale dell’intelligence dice che secondo loro i sabotatori sarebbero stati di nazionalità Ucraina o dissidenti russi, o una combinazione di questi. Inoltre, secondo lui, ne britannici ne americani sarebbero coinvolti”.
Alcuni hanno ipotizzato che questo rapporto d’intelligence sia un messaggio che gli USA vogliano mandare alla Russia, per discostarsi da qualsivoglia coinvolgimento al fine di non aumentare le tensioni. Lasciando la responsabilità a dei non ben identificati sabotatori filo ucraini, insinuando anche che possano essere di nazionalità russa, creando una preoccupazione interna.
Il Die Zeit riporta che le autorità tedesche hanno identificato l’imbarcazione che sarebbe stata utilizzata per l’operazione di sabotaggio. Si tratterebbe di uno yacht appartenente ad una società polacca controllata da cittadini ucraini avrebbe affittato quest’imbarcazione per un gruppo di sei persone con passaporti dubbi e quindi di nazionalità incerta. In questo yacht, partito il sei settembre e tornato in molo dopo l’attentato, sono state trovate tracce di esplosivi ed anche se non ci sono evidenze si sospetta di un gruppo pro-Ucraina
Last modified: 14 Marzo 2023