Italia: un paese percettore netto
La relazione annuale per il 2022 della Corte dei Conti evidenzia un dato storico per il nostro Paese nei rapporti con l’Unione Europea: https://www.corteconti.it/Download?id=1209d79d-c625-4fee-9508-9d62456824ff
Il report dei magistrati contabili, infatti, segnala come per la prima volta il nostro Paese risulti essere un percettore netto dell’Unione Europea e non più un suo contributore. L’inversione di tendenza é figlia del significativo apporto del PNRR alle nostre casse, con un totale di fondi destinati all’Italia pari a 26,724 miliardi ( di cui 10,198 legati al PNRR) a fronte di un nostro contributo di 18,1 miliardi.
Fondi spesso mal gestiti
Oltre ai contributi “diretti“, é necessario tenere conto dell’apporto economico rappresentato dai benefici indiretti di cui gode l’Italia, in particolare grazie al mercato comunitario, che vede il bel Paese guadagnare dal comparto export 40 miliardi a fronte di un contributo di 3,2 miliardi (dati Ifo 2018).
Insomma l’Europa sempre più aiuta le casse italiane e per la prima volta diventa una voce all’attivo dei nostri bilanci, eppure sempre la Corte dei Conti segnala ancora gravi inefficienze sul piano della spesa di questi fondi, troppo spesso non riusciamo a presentare piani di spesa validi e le risorse vanno disperse (in particolare a incidere sono i ritardi sui lavori). A questa considerazione si lega anche la relazione in merito le frodi, con un lieve aumento rispetto al 2021, per un totale di 405 casi.
Ottimizzare le risorse
Oltre al dato meramente finanziario però, lo sguardo generale deve condurci a riflettere sulle conseguenze politiche di un dato del genere. Nei tavoli comunitari il nostro Paese da sempre é definito una “colomba” che si contrappone alle più severe politiche dei “falchi” del Nord europa, eppure dalla nostra fino ad oggi avevamo sempre potuto rivendicare una posizione cruciale per i contributi europei; oggi però questo viene meno e sarà da valutare l’impatto che questo avrà nei rapporti con le altre cancellerie europee. l’Italia in conclusione, dovrà approcciare con maggior cautela i fondi Europei, imparando anche a spendere meglio ciò che gli spetta.
Il contributo dei paesi membri
Ma come si misura il contributo dei vari Paesi ai bilanci comunitari? Ogni Paese partecipa ai bilanci comunitari destinando parte del proprio gettito alle casse dell’unione, e lo fa secondo modalità che vengono individuate dal Consiglio Europeo a cadenza settennale, come previsto dall’articolo 311 del TFUE. Di seguito il link che rimanda all’intero articolo: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:12016E311
Le risorse da destinare vengono valutate sulla base delle previsioni economiche dei vari Paesi e riguardano prelievi che i vari Paesi operano su tre principali canali: Le cosiddette, Risorse Proprie Tradizionali (per il 12%) , il gettito IVA (per l’11%) e le Risorse basate su Reddito Nazionale lordo (per il 75%) e infine un 2% é rappresentato da altre forme di entrate. Ma vediamo nello specifico cosa riguardano questi tre canali di approvvigionamento.
RPT, IVA e RNL
Le RPT rappresentano sostanzialmente gettito derivante dai dazi dognali imposti Paesi extracomunitari, e in misura minore dalle imposte suproduzione dello zucchero e isoglucosio.
Il gettito IVA, destinato alle casse europee é pari ad una aliquota dello 0.30% sulle basi imponibili dei vari Paesi membri.
Il contributo più incisivo é invece dettato dalle RNL, ossia un onere che tocca ad ogni Paese nella misura in cui questo pesi sull’ RNL comunitario. In pratica si cerca di riequilibrare il meccanismo del “do ut des” dei membri nei confronti della fiscalità comune, ognuno partecipa alle spese in misura tanto maggiore rispetto a quanto “chiede” ai partner europei.
Questa ultima voce oggi rappresenta il contributo più incisivo dovuto da ogni membro, eppure era stato pensato proprio come strumento “neutro” volto a riequilibrare l’onere partecipativo richiesto.
I dati della finanza pubblica accessibili a tutti: https://openbdap.rgs.mef.gov.it
Altre fonti
Altre fonti di entrata sono costituite da imposte e altre trattenute sulle retribuzioni del personale dell’UE, interessi bancari e contributi di Paesi extraeuropei ad alcuni programmi per un peso del circa 2%.
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Ultima Modifica: 15 Febbraio 2023