Il governo Meloni decide di non rinnovare il taglio delle accise sulla benzina: l’opposizione attacca il Premier definendola incoerente.
L’inizio della Guerra in Ucraina e il primo taglio delle accise
Per capire come si è arrivati a parlare di tagli delle accise sulla benzina dobbiamo tornare al 24 febbraio dello scorso anno, quando le truppe di Putin invadono il territorio Ucraino. In pochi giorni l’assetto economico-commerciale internazionale cambiò, portando conseguenze negative anche in molti paesi occidentali come l’Italia. Una diretta conseguenza nel nostro paese, dell’offensiva Russa ai danni dell’Ucraina, è stato il sostanziale aumento dei prezzi della benzina. Nel mese di Marzo 2022 il prezzo medio della benzina era di 2 euro il litro (fonte: MISE) con picchi che toccavano i 2,30 euro il litro.
Al tempo il governo Draghi, su forte richiesta della Lega e del suo leader Matteo Salvini, approvò un decreto che tagliava di 30 centesimi l’accise, per contrastare quello che è definito caro benzina.
Il governo Meloni e la decisione di non rinnovare lo sconto
Negli ultimi giorni l’opposizione ha aizzato l’opinione pubblica contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni per il mancato rinnovo del taglio sulle accise. Ma proviamo a capire cosa è successo realmente. Il governo Draghi da marzo 2022 ha promulgato di mese in mese, attraverso ben sette decreti legge, lo sconto sulla benzina, fissando come data di scadenza il 18 Novembre dello stesso anno. Il governo Meloni, insediatosi il 23 ottobre, ha prima confermato lo sconto, promulgandolo fino al 31 dicembre successivo, per poi tuttavia ridurre lo sconto nel mese di dicembre da 30 a 18 centesimi il litro.
Secondo fonti di Palazzo Chigi sembra che la decisione sia stata presa anche valutando il prezzo attuale della benzina al netto delle tasse, che è sostanzialmente diminuita rispetto a Marzo dello scorso anno. Ma perché quindi l’attuale governo non ha rinnovato lo sconto?
I dati e i possibili motivi del mancato rinnovo
C’è da specificare che al netto delle opinioni politiche, questo sconto pesava molto alle casse dello Stato. Le stime parlano di 730 milioni il mese, per un totale di 7,3 miliardi di euro solo nel 2022. Secondo il ministro dell’Ambiente Picchetto, che ha rilasciato recentemente un’intervista ad Adnkronos, la scelta di non rinnovare il taglio delle accise è motivata dal fatto che il governo ha preferito usare più risorse per contrastare il caro energia.
Infatti nella manovra di bilancio di Dicembre si prevedono 23 miliardi di euro per contrastare i rincari energetici e delle bollette. Inoltre il ministro di Forza Italia sottolinea che l’attuale prezzo della benzina è “sostenibile” e dunque che è inferiore rispetto alla primavera dello scorso anno in cui un litro di benzina, secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico, al netto di accise e IVA costava 1,01 euro, mentre nello scorso dicembre 78 centesimi.
Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023