L’attenzione mediatica dedicata al mondiale ha riesumato i giochi di potere all’interno della Fifa. Cosa ha guadagnato il Qatar dall’organizzazione del campionato mondiale di calcio?
Storia del Qatar e posizione geopolitica
Resosi indipendente nel 1971 dal Regno Unito, il Qatar ha conosciuto a partire dal 2000 un’importante crescita grazie alle riserve di gas e petrolio. Situato su una piccola penisola del Golfo Persico, il Qatar è da circa 200 anni governato de facto dalla famiglia Al Thani. A seguito di un referendum nel 2003, l’Assemblea Consultiva del Qatar è eletta per 30 dei 45 membri democraticamente, mentre i rimanenti membri vengono nominati direttamente dall’emiro. L’assemblea può mettere in discussione il Primo Ministro se due terzi dei suoi membri è d’accordo, circostanza che molto difficilmente avvererà in futuro. Il Qatar è sostanzialmente un paese di immigrati. Dei suoi 2 milioni e mezzo di abitanti circa, solo il 10% detiene la cittadinanza, il rimanente 90% è forza lavoro proveniente prevalentemente dall’Asia.
Ambizioni di Doha
Qual è il ruolo che intende assumere? Sicuramente come tutti i paesi del golfo intende aumentare la sua influenza sul mondo arabo. Al Jazeera, emittente all-news finanziata dall’emirato, ha contribuito ad aumentare il prestigio del Qatar vista la sua diffusione tra la popolazione araba. Ma l’obiettivo principale della famiglia Al Thani è quello di scalzare l’Arabia Saudita della sua veste di facilitatore occidentale e attore regionale. Riyadh sta tentando di ostacolare con ogni mezzo il ruolo del Qatar. Un esempio della nuova veste che il Qatar ha assunto sono gli accordi di Doha del 2020 tra USA e taliban, che hanno portato in un anno al ritiro delle truppe NATO. Gli accordi prevedevano la progressiva riduzione del contingente militare americano nel paese in cambio dell’impegno dei talebani a non collaborare con Al-Qāʿida o con altri gruppi terroristici. Il ruolo del Qatar è stato rilevante in questi trattati multilaterali.
Rapporti Doha – Riyadh
Per anni il ruolo del Qatar è stato limitato dati i difficili rapporti con i vicini del Golfo Persico. Altro indizio di questa lotta perpetua in atto è il fatto che da anni il Qatar è molto vicino a Teheran, nemico storico dell’Arabia Saudita. Vicinanza che per anni ha causato un embargo nei confronti del Qatar da parte dei vicini sauditi e dei suoi alleati. L’amministrazione Trump mediò affinché si revocasse nell’insieme della strategia di stabilizzazione del Medio Oriente portando ad un conseguente aumento del ruolo del Qatar come attore regionale.
Storia della FIFA
La FIFA, fondata nel 1904 originariamente per sovrintendere alle competizioni tra alcuni paesi europei, tra cui Germania, Svezia e Francia era ben lontana dall’organizzazione potente e ricca che conosciamo oggi. I presidenti che si avvicendarono tentarono di organizzare una competizione strutturata ma senza riuscirsi a causa della poca popolarità che il calcio aveva al di fuori dell’Inghilterra. La prima coppa del mondo si organizzò solo nel 1930 in Uruguay, vincitrice della medaglia d’oro alle olimpiadi del 1928.
Primi veri e propri cambiamenti
La svolta avvenne nel 1974 con l’elezione a presidente della Fifa di João Havelange, primo Presidente non europeo e membro del comitato olimpico brasiliano. Protagonista di una nuova serie televisiva, Havelange riuscì a portare il calcio ad un livello mondiale. Durante i 24 anni in cui fu Presidente, egli rese la FIFA una potenza economica tramite numerosi accordi commerciali di sponsorizzazioni con brand come Coca-cola che è ancora, dopo quasi 40 anni, tra i principali sponsor del mondiale di calcio.
Successivamente aumentò il numero di squadre partecipanti al mondiale, nel 1982 a 24 e nel 1998 a 32, per dare più spazio alle squadre non europee. L’obiettivo dichiarato era quello di promuovere il calcio anche in paesi poco sviluppati. Lo scopo personalistico di Havelange era quello di garantirsi ad vitam la presidenza della federazione. Infatti, onde limitare il potere delle federazioni europee, Havelange riuscì a garantirsi al momento delle elezioni l’appoggio delle federazioni africane e asiatiche le quali ricevevano importanti investimenti economici.
Il peso geopolitico della FIFA
Nel 1998 Havelange abdicò in favore del suo delfino, Sepp Blatter, già membro tecnico della Fifa dal 1977. Blatter impostò una politica di continuità con il suo predecessore trasformando la Fifa in una organizzazione dall’importante peso geopolitico. Innanzitutto, per il riconoscimento delle federazioni nazionali. Il Kosovo ha potuto partecipare nel 2020 alle qualificazioni per il mondiale di calcio, sebbene abbia ancora un riconoscimento parziale da parte delle nazioni unite. Dove la politica internazionale fallisce, la Fifa interviene fornendo riconoscimento. Il peso economico e politico della Fifa risiede nell’assegnazione dei mondiali di calcio. La federazione, infatti, può imporre ai governi l’approvazione di determinate leggi specifiche per l’organizzazione del mondiale. Ne sa qualcosa l’Ex Presidente del Brasile Rousseff che subì numerose pressioni durante l’organizzazione del mondiale del 2014. Ospitare una edizione dei mondiali aumenta il prestigio del proprio paese. Soprattutto per i paesi più piccoli è l’opportunità per lanciarsi sullo scenario mondiale.
Sportwashing
A partire dal 2010, il Qatar ha iniziato ad ospitare numerose rassegne sportive. Nel 2016 il mondiale di ciclismo su strada (con molti corridori in difficoltà a causa delle condizioni aride), nel 2019 con i campionati mondiali di atletica leggera e dal 2021 un gran premio di Formula 1 unendosi ad altri paesi del golfo come Bahrein, Emirati Arabi e Arabia Saudita. E poi ancora, nel 2023 i Campionati mondiali di calcio asiatici, nel 2024 i mondiali di nuoto e poi il sogno finale, le olimpiadi del 2036. Scopo di questi investimenti è di aumentare la propria influenza geopolitica trasmettendo una determinata idea di sé al mondo occidentale. Il lavoro svolto dell’emirato nel rubare agli Stati Uniti l’assegnazione del mondiale, arrivati secondi durante lo scrutinio, ha coinvolto numerosi illustri personaggi.
Secondo dei documenti riservati rivelati dalla rivista investigativa online “Mediapart”, nel 2011 l’allora Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy assieme al figlio Pierre aiutarono l’allora presidente del Paris Saint German a raddoppiare il prezzo di vendita del club ad un fondo sovrano qatarino. Tale plusvalenza sarebbe avvenuta in cambio del voto di Michel Platini in favore dell’assegnazione del mondiale in Qatar.
La Fifa per cercare di difendere la propria reputazione assegnò nel 2012 all’avvocato statunitense Michael J. Garcia il ruolo di responsabile della camera investigativa del comitato etico della Fifa. In due anni Garcia redasse un report di 350 pagine sull’assegnazione dei mondiali del 2018 e del 2022 in cui si citano tutte le iniziative intraprese dai paesi in lizza per ospitare il mondiale.
Secondo la relazione, tra le azioni intraprese dagli sherpa dell’emirato vi sarebbero state: regali non meglio precisati a membri del comitato esecutivo Fifa, transazioni di denaro a individui vicini agli stessi membri, il pagamento di 7 milioni di dollari alle federazione calcistiche brasiliane e argentine per l’organizzazione di una amichevole in Qatar nel 2010 (i presidenti delle federazioni erano anche membri del comitato esecutivo Fifa), la sponsorizzazione del congresso della federazione africana di calcio in Angola.
Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023