Per quanto possa essere ovvio, l’energia è fondamentale nella nostra vita. Per compiere la maggior parte delle attività quotidiane, gli umani devono utilizzare strumenti che, sommati fra loro, necessitano di una grande quantità di energia. Basti pensare a tutti i dispositivi elettrici (come computer, telefoni, televisori, elettrodomestici, lampadine …) oppure alle automobili, ai termosifoni, ai fornelli, ai boiler per l’acqua calda. L’energia incide quindi enormemente sul nostro stile di vita e, in conseguenza, sul nostro benessere quanto meno materiale.
Che cos’è l’energia?
L’energia, stando all’enciclopedia Treccani, si definisce come “capacità che un corpo o un sistema di corpi ha di compiere lavoro, sia come energia in atto, cioè che opera nel processo in cui si produce un lavoro ed è a esso commisurata, sia come energia potenziale, suscettibile di tradursi in atto attraverso opportune, varie trasformazioni. L’energia ha le dimensioni fisiche di un lavoro e si misura nelle unità di quest’ultimo: nel SI in joule”.
L’energia esiste in varie forme. Le principali forme di energia sono: l’energia chimica, energia termica, energia nucleare, energia meccanica ed energia gravitazionale.
Le fonti di energia
Le principali fonti di energia attraverso le quali è possibile produrre energia elettrica, energia termica o direttamente energia meccanica sono: combustibili fossili, energia nucleare, energia idroelettrica, energia solare, energia eolica, energia geotermica, energia magnetica, energia mareomotrice e energia racimolata.
L’energia elettrica è una fonte di energia secondaria ed è ricavata dai generatori elettrici attraverso la trasformazione delle fonti energetiche primarie. Le fonti maggiormente impiegate per la produzione di energia elettrica sono l’energia chimica contenuta nei combustibili fossili e nelle biomasse, l’energia nucleare, l’energia idraulica, l’energia eolica, l’energia solare e l’energia geotermica.
I dati energetici dell’Unione
Guardando ai dati del 2020 diffusi da Eurostat il totale dei consumi energetici dell’Unione ammonta a circa 57 000 PetaJoule.
L’energia lorda disponibile è la fornitura complessiva di energia per tutte le attività sul territorio del Paese. Comprende il fabbisogno energetico per la trasformazione dell’energia (compresa la generazione di elettricità da combustibili fossili), le operazioni di supporto del settore energetico stesso, le perdite di trasmissione e distribuzione, il consumo finale di energia (industria, trasporti, famiglie, servizi, agricoltura, …) e l’uso di prodotti combustibili fossili per scopi non energetici (ad esempio nell’industria chimica). Comprende anche il carburante acquistato all’interno del paese che viene utilizzato altrove (ad esempio aviazione internazionale, bunkeraggi marittimi internazionali e, nel caso del trasporto su strada, “turismo del carburante”).
Per quanto riguarda la struttura dell’energia lorda disponibile nel 2020, il petrolio e i prodotti petroliferi detenevano la quota maggiore (34,5 %), seguita dal gas naturale (23,7 %), mentre i combustibili fossili solidi rappresentavano il 11,5 %. In altre parole, circa il 69,7 % di tutta l’energia nell’UE è stato prodotto a partire dal carbone, dal petrolio greggio e dal gas naturale. Il calore nucleare e le energie rinnovabili rappresentavano rispettivamente il 12,7 % e il 17,4 % del totale.
Il tasso di dipendenza dell’Unione europea
Se osserviamo la composizione del mix energetico europeo notiamo come nel 2020 l’UE ha importato all’incirca il 58% dell’energia consumata ed ha prodotto di suo solo il 42% del proprio fabbisogno.
Il tasso di dipendenza dell’Unione da altri paesi è quindi del 58% Da qui si evince che ad ora l’Unione è un importatore netto di energia.
Guardando alla quota di produzione domestica, si può notare come circa il 40% dell’energia prodotta nell’UE provenga da fonti rinnovabili. Seguono l’energia nucleare, il carbone, il gas e infine il petrolio.
Osservando, invece, la quota di energia importata da altri Paesi questa proviene quasi totalmente da combustibili fossili, in particolare petrolio e gas. Nello specifico, se nel 2020 la domanda energetica dell’UE è stata più elevata per il petrolio e i prodotti petroliferi ed è stata pari a 19 944 PJ, di cui il 97 % è stato importato. Per quanto riguarda il gas naturale, la domanda nel 2020 era pari a 13 696 PJ, con l’83,6 % di esso coperto dalle importazioni (circa 11370 PJ). La produzione di combustibili fossili solidi nell’UE è diminuita negli ultimi due decenni, come pure l’energia lorda disponibile. A livello dell’UE nel 2020, il 35,8 % dei combustibili fossili solidi consumati è stato importato (il 35% su un totale di circa 5500 PJ è pari a 1925 PJ). Ergo 19 944 + 11 370 + 1925 = 33 239 PJ
E quasi la metà dell’energia importata è importata dalla Russia: una quota che corrisponde a circa il 24% del totale.
Il tasso di dipendenza degli stati membri
Nel 2020 il tasso di dipendenza dell’UE nel suo complesso era pari al 57,5%. Il tasso di dipendenza variava notevolmente da uno Stato membro all’altro: 10,5% per l’Estonia, 63,7% per la Germania, 81,4% per la Grecia, 97,5% per Malta, 44,4% per la Francia, 67,8% per la Spagna e 73,4% Italia.
Nello specifico, se guardiamo ai grafici dei mix energetici ci rendiamo conto che i tassi di dipendenza energetica dei vari stati analizzati corrispondono più o meno alla somma delle percentuali di energia prodotta da combustibili fossili. Una percentuale leggermente minore perché non tiene in considerazione il fatto che i vari stati membri analizzati abbiano una piccola percentuale di produzione nazionale di combustibili fossili che quindi deve sottrarsi per ricavare il tasso di dipendenza energetica.
Per la Germania, la situazione è leggermente diversa perché la maggior parte del carbone utilizzato è auto-prodotto dai giacimenti presenti all’interno del paese (non a caso la Germania è uno dei maggiori produttori di carbone al mondo).
Qual è la situazione oggi nel 2022?
I dati fin qui analizzati sono del 2020. Questo vuol dire che non rispecchiano più del tutto quella che è la situazione odierna. Tuttavia, sono solo passati due anni dal 2020 e in un arco temporale così breve i dati energetici non possono cambiare così radicalmente. La struttura di base del sistema energetico del 2020 può essere tenuta in considerazione come bussola per comprendere la situazione attuale del 2022. Bisogna però soffermarsi per comprendere che cosa possa essere cambiato di più significativo da allora:
- In primis il 2020 è stato l’anno dello scoppio della pandemia Covid-19, il che significa, in termini di consumi energetici, contrazione della domanda di energia per via delle restrizioni legate al contenimento del virus. Contrazione della domanda di energia che ha visto calare più di tutte la richiesta di prodotti petroliferi per la forte riduzione del traffico stradale e aereo conseguente restrizioni negli spostamenti.Dopodiché il calo della produzione industriale e la chiusura temporanea di tanti esercizi commerciali hanno portato alla riduzione della domanda di elettricità e di gas.
- In secundis per via dell’invasione russa dell’Ucraina avvenuta nel febbraio del 2022 si è deciso di ridurre significativamente la dipendenza dell’Unione Europea dalla Federazione Russa. Così si sono prese misure per il risparmio energetico, per ridurre la dipendenza energetica e per aumentare la quota di produzione energetica interna all’Unione.
Queste sono le voci principali che hanno fatto variare in modo più significativo i dati energetici attuali da quelli del 2020.
Altri cambiamenti sono naturali, ma per via del breve lasso di tempo passato consistono in piccole variazioni percentuali. Da tenere in considerazione la volontà di affrancarsi dall’utilizzo dei combustibili fossili per via del fatto che questi sono dannosi e inquinanti per l’ambiente. Cosa che porta di anno in anno una lieve riduzione del loro impiego e della relativa dipendenza energetica dagli altri Paesi.
Last modified: 25 Gennaio 2023