Nelle prossime settimane il Parlamento dovrà votare la prima Legge di Bilancio del nuovo esecutivo. In tale circostanza il Consiglio dei Ministri ha ritenuto fortemente significativo l’inserimento nella bozza della manovra stessa di alcuni articoli – nel dettaglio quelli dal 30 al 34 – destinati alla regolamentazione di un asset non ancora riconosciuto ovvero le criptovalute.
Regolamentazione attuale.
Come detto in precedenza, la legislazione fiscale italiana non riconosce alle criptovalute alcun tipo di asset, motivo per il quale le inserisce nello stesso quadro normativo degli altri tipi di valuta. Attualmente infatti, ai fini del calcolo dell’Irpef, coloro che svolgono cripto-attività sono tenuti a dichiarare all’Agenzia delle Entrate anche l’eventuale possesso di valute virtuali. A ciò bisogna inoltre aggiungere che, in caso di plusvalenze e di una giacenza media continuativa per almeno 7 giorni pari a 51.645,69 euro, gli stessi sono soggetti al pagamento di un’imposta sostitutiva prevista nella misura del 26 per cento.
VOLUNTARY DISCLOSURE E POSSIBILE NUOVA REGOLAMENTAZIONE
Per sanare il vuoto normativo, l’esecutivo ha ipotizzato di poter ricorrere ad uno strumento tutt’altro che sconosciuto, la voluntary disclosure, una sorta di auto-denuncia del contribuente che gli consente di regolarizzare la propria posizione con il fisco in cambio di un’agevolazione fiscale.
Il Governo Meloni infatti – nella bozza della Legge di Bilancio – ha voluto categorizzare il termine “cripto-attività” riferendolo a due distinti gruppi di contribuenti:
- Quelli che non dichiarano le cripto-attività possedute ma realizzano da esse redditi imponibili
- Quelli che non dichiarano le cripto-attività possedute in quanto non ne realizzano redditi
In presenza di suddetta distinzione si è deciso inoltre di concedere la regolarizzazione della propria posizione con il fisco a fronte del pagamento di una sanzione che nel secondo caso ammonta allo 0,5% annuo per ogni anno fiscale insolvente, mentre nel primo caso equivale alla medesima aumentata del 3,5% in relazione ad ogni anno fiscale irregolare.
La bozza prevede altresì che la soglia sopra la quale si dovranno pagare le imposte sulle plusvalenze sarà abbassata a 2.000 euro e, probabilmente, sarà applicata un’imposta di bollo del 2×1000 su tutti i wallet che supereranno suddetta cifra.
REAZIONI ALLE NUOVE REGOLAMENTAZIONI
Dalle principali opposizioni del governo, al momento, non sono ancora pervenute indiscrezioni riguardo ai provvedimenti in materia di cripto-attività. Tuttavia nel nostro Paese, il sistema delle valute virtuali non ha tardato a farsi sentire, riconoscendo al Governo il merito di aver finalmente pensato ad una concreta regolamentazione del settore, uniformandosi di conseguenza ad altri Stati europei. L’unica differenza – nonché nota negativa che da ciò emerge – riguarda l’abbassamento del tetto della giacenza media da 51.645,69 euro a 2.000 euro, soglia oltre la quale scatterà l’imposta sulle plusvalenze.
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Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023