Breve introduzione
La tragedia dell’isola d’Ischia ha riaperto il dibattito sull’abusivismo edilizio. Quest’ultimo è indicato come principale colpevole del disastro avvenuto nel comune Casamicciola Terme. Un territorio fragile quello ischitano, dove sabato 26 Novembre si è verificata una frana che, partita dal monte Epomeo, ha distrutto ogni cosa sul suo cammino.
Nei giorni successivi al disastro si sono susseguite diverse polemiche, tra cui quella sollevata dal segretario di Italia Viva Matteo Renzi sul famoso Decreto Genova del governo giallo-verde, approvato nell’autunno 2018. Sott’accusa l’art. 25, intitolato ‘’Definizione delle procedure di condono’’, che prevedeva una corsia preferenziale per l’esame delle domande di sanatoria per quegli immobili danneggiati dal sisma di Ischia nell’agosto 2017. L’allora Presidente del Consiglio Conte ha replicato che non vi fu nessun condono speciale per l’isola d’Ischia.
Breve storia dei condoni
La storia dei condoni in Italia inizia negli anni ‘80 con la legge n.45/85 (governo Craxi). Si pose come un provvisorio quadro normativo sull’edilizia ed ebbe come maggior conseguenza quella di ammettere al condono tutti i manufatti realizzati al 1° ottobre 1983. Il secondo condono si è ebbe con la legge n. 724/94 (Berlusconi I) che riaprì i termini della precedente L. 45/85 estendendoli agli immobili realizzati fino al 31 dicembre 1993 seppur con alcune limitazioni. Nel 2003 con il D.L. 269/2003 (Berlusconi II) si riaprirono i termini della sanatoria per le opere realizzate entro il 31 marzo di quello stesso anno.
‘’È successa una Casamicciola’’
Nel napoletano, e non solo, per indicare un qualcosa in rovina, una situazione di gran confusione si è soliti dire ‘’è successa una casamicciola’’. Questa espressione fa riferimento al violentissimo terremoto che distrusse il comune di Casamicciola nel 1883. L’isola verde con la sua natura di origine vulcanica è da sempre esposta a rischio sismico e idrogeologico, ed è solita pagare i conti che, di volta in volta, la natura le presenta. Nel 1910, a dispetto di ogni cambiamento climatico, il comune di Casamicciola fu invaso dal fango, la furia incessante dell’acqua portò a valle enormi massi, alcuni alti quasi cinque metri, come testimoniano le foto dell’epoca. Finanche il re Vittorio Emanuele III giunse sull’isola per portare la sua vicinanza ai cittadini. Successivamente, nel corso del secolo scorso si sono registrate innumerevoli frane, nel 1968, nel 1978 quando una frana si staccò dalla collina che sovrasta la zona Fumarole della spiaggia dei Maronti e nel 1983. E poi ancora nel 2003, e nel 2006 sul monte Verzi ed in località San Pancrazio nei pressi di un ristorante. L’area, oggi invasa dal fango, fu interessata già nel 2009, in quell’occasione perse la vita una giovane ragazza.
Cosa è stato fatto?
Nel corso degli anni non molto è stato fatto. Gridare all’abusivismo in un territorio privo di piano regolatore è cosa facile. Una sola isola, ben sei comuni ed il grande problema italiano: la burocrazia. Tre progetti per il dissesto idrogeologico finanziati e mai realizzati. A vedere il monte Epomeo sembra evidente che ci sia stato un mancato intervento a tutela del territorio e dei cittadini. Nel corso del tempo il forte vincolismo che interessa l’area dell’isola d’Ischia ha sortito l’effetto contrario, l’abusivismo edilizio perpetrato negli anni ha inevitabilmente accentuato il problema legato al rischio idrogeologico. Certamente il territorio ischitano manifesta da sempre la sua fragilità: una cittadinanza maggiormente consapevole e più attenta, una politica più lungimirante e meno legata ai sondaggi, ed uno stato più snello ed efficiente hanno il dovere di prevenire una nuova tragedia come quella di Casamicciola Terme.
Ultima Modifica: 25 Gennaio 2023